Risultati attesi

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Come per le precedenti edizioni, un Workshop sulle Buone Prassi nell’intervento sociale e culturale è stata anche l’occasione per la prima presentazione del film-documentario finale.

Il workshop si svolge in un luogo “emblematico” a Roma, il Teatro San Gaspare di Roma, dove dall’anno 2018 è stata avviata la sperimentazione di un Centro di produzione teatrale e cinematografico integrato, che garantisca, attraverso attività laboratoriali espressive e creative, l’inclusione sociale e culturale di persone adulte con disabilità (italiane e straniere), con particolare attenzione a coloro che presentano maggiore fragilità psichica, mentale ed emotiva.

Le buone prassi nell’ambito dell’intervento sociale e, più specificatamente, nel campo dell’inclusione sociale e culturale di persone con disabilità o di persone a rischio di emarginazione socio-culturale, italiane e straniere, rischiano frequentemente di avere scarsa visibilità e spesso di non raggiungere la maggior parte della gente comune. Sono infatti le storie di degrado, il pietismo e la cronaca nera a bombardare più facilmente lo spettatore televisivo o il distratto lettore di quotidiani. È pertanto necessario che dall’azione quotidiana di molti operatori socio-culturali, che migliora la qualità della vita di tante persone, possa emergere in un piano di comunicazione sociale strategica e ragionata.
Un codice di buona prassi della comunicazione sociale deve tenere conto di tre elementi-chiave: innovatività, bottom-up ed effetto moltiplicatore.

Un evento è innovativo quando sperimenta modalità e forme di comunicazione nuove rispetto alla maniera diffusa di organizzare eventi.

Un evento ha un approccio bottom-up adeguato, quando è espressione di una rete territoriale pubblico/privato – grandi enti/piccoli gruppi spontanei, che lavora in sinergia, superando le barriere ideologiche e culturali e usa come punti di forza le specifiche diversità di ciascuno, in relazione di reciprocità tra loro.

La comunicazione sociale può fare buona prassi a partire dalla valorizzazione di risorse residue o non ancora svelate. Infatti, un codice di buona prassi nella comunicazione sociale ha come primo obiettivo di mettere in luce e mostrare alla gente aspetti nascosti di una situazione o, ancora meglio, proporre tagli diversi su realtà ordinarie.