Il contesto

Il contesto

Pinocchio è il simbolo dell’eroe discriminato, che picarescamente percorre mondi diversi, né buono, né cattivo, ma tanto simile ai giovani bielorussi con disabilità della Cooperativa Matrioska, che propongono il progetto: orfano, con un padre ideale da raggiungere, mentre attraversa le mille contraddizioni dell’accoglienza.

Il paese delle meraviglie è quello del nostro apparente benessere contemporaneo, spesso uno sfavillante luccichio di offerte speciali e sconti eccezionali, di occasioni da non perdere e di performance da raggiungere ad ogni costo, per essere adeguati alla Società odierna, che costruisce “consumatori”, in sostituzione dei “cittadini”.

Il percorso progettuale annuale inizia dalle case in Italia, in cui i giovani bielorussi con disabilità della Cooperativa Matrioska vivono da oltre 20 anni, accolti dalle famiglie che li ospitavano da minori nei gruppi di “accoglienza dei bambini di Chernobyl”.

Alla maggiore età, dopo anni di andate e ritorni dalla Bielorussia (tre mesi d’inverno e tre mesi d’estate), sono giunti definitivamente in Italia con un regolare contratto di soggiorno per lavoro.

Da lì il difficile inserimento nell’ordinarietà italiana, scolastica e lavorativa; il periodico rinnovo del permesso di soggiorno con tutta la trafila burocratica e le file negli Uffici della Questura; le difficoltà di lingua e la scarsa alfabetizzazione scolastica; i sogni e le aspettative di giovani adolescenti, che avevano perso molte tappe del proprio sviluppo intellettivo, corporeo ed emozionale e che, pur maggiorenni, si comportavano come bambini di Scuola Elementare, con la conseguente difficoltà di inserimento sociale e culturale tra i coetanei italiani.

Attraverso la videocamera, i soci lavoratori videomakers della Cooperativa Matrioska raccontano da tanto tempo in prima persona (come operatori video e montatori, ma anche come “attori” protagonisti) i difficili anni iniziali in Italia fino alla scelta consapevole di accettare l’Italia come nuova propria Patria e Madre, con il desiderio ancora negato di diventare cittadini italiani.

E insieme a ciò, nella raccolta delle narrazioni dei diversi protagonisti bielorussi e delle famiglie ospitanti, lo stigma della diversità legata alla provenienza geografica, all’etnia, alla difficoltà di parlare correttamente italiano e alla disabilità psichica e/o intellettiva.